IL TEMPO
Di rosso la sera ( la canzone di Calabritto )
Di rosso la sera la notte risplende
Sull’atrio di casa la mente trascende
Si apre una porta che profuma di vino
Di ulivi e di uova e di gelsomino
Del tramonto perduto di anni passati
Ne parla la gente di un paese perfetto
Di verde e di giallo la montagna si accende
Ad ottobre la notte è ancora splendente
In piazza l’umore dipende dal gioco
Da carte beffarde e dal santo che invoco
Cammino piano piano per le strade vacanti
Tra luci soffuse e teneri amanti
Promessi dal padre che fa da padrone
E da madri che a casa si sentono sole
Il fuoco di paglia riscalda le voci
Che parlano piano ad un figlio lontano
Che strana atmosfera, odor di castagne
Il freddo che arriva, il lavoro e le lagne
La nonna seduta ti parla di un tempo
Di un attimo brutto di tremendo spavento
Così quando torno mi sento più fiero
Di dove son nato e rifaccio il sentiero
Di amici sinceri e persone speciali
Di qualche ricordo di storie epocali
Il pane sfornato, il caffè non pagato
La macchina bella dello zio emigrato
L’amore perduto nel tempo bambino
Che guarda lontano da un buio angolino
Cammino in montagna tra un mulo ed un fosso
Mentre il paese sprofonda commosso
Le anime antiche ormai su nel monte
Ti guardano strano dall’alto orizzonte
Da foto sbiadite dell’alta sede in salita
Le donne sedute sui lati in fatica,
Ma in piazza d’estate tutto si sveglia
Ci sono canzoni si balla e si veglia
Si canta e si beve con Fredy e Giuseppe
Si ride felici e si fanno le sette
Lasciali fare dice il vecchio signore
Che all’alba si avvia prima che arrivi il calore
Ricordi passati di un paese lontano
Ricordi passati del nostro altopiano
Di rosso la sera si tinge il bicchiere
Profumo di casa, profumo di te
Francesco corde e tasti
Francesco lavorava accordando corde e tasti
Girava con Martelli e chiavini nelle tasche
A volte un po’ stanco ascoltava la sua mano
Che lo guidava piano e lontano
Il pianoforte a volte vecchio, capriccioso ai suoi toni
Imponeva un armonia non di giusta intensità
E allora come un sasso ruzzolando giù nel fiume
Si Aspettava il battente giusto del RE
La vita in Si
A volte va così
C’è un tono in più
Quando l’amor ti tiene su
Cambiamo sempre posto ma la musica è la stessa
Cambia la canzone sulle corde e sulla pressa
Si aggiustano le note e si cambiano i pedali
Quello che mai cambia sono i soliti problemi
Ci sentiamo più cattivi più arguti o più fessi
Passano i clienti quelli nuovi e gli stessi
Basta continuare e sentirsi sempre pronti
Si spezzano le corde come cambiano colori i camaleonti
La vita in si
A volte va così
I tasti della vita
Come gli accordi sulle dita it is
La sera in Fa
Il giorno in mi
L’amore in do
Francesco adesso dormi un po’!!!
La ballata del mare rosso
Dall’altra parte del mare
Viveva un bimbo di marzapane
Che camminava all”orlo di un fiume
Presso un ponte distrutto
Sotto una pioggia di piume
Aveva una mano che non funzionava
Ma l’altra era forte e così trascinava
Un’altro bambino più sporco del fiume
Con ben meno anni ed un piccolo lume
Intanto nel mondo
La gente serena, giocava alla guerra
Ed intanto rideva
Piangeva e gridava per un telefono rotto
Menti contorte di un paese corrotto
Dove quello che hai
ha il valore di oggi
Pur avendo pagato
col sudore di ieri
E domani si vende ad un prezzo ridotto ad un altro signore che desidera tutto ​
Intanto quel mare che divide i paesi
Diventa più denso colorato di rosso
Di rosso e metallo che l’altro vicino
Lo getta al terrore ma colpisce il bambino
Del vento d’estate la mia sponda si gode
Mente a se stessa, pur sapendo di frode
Gli occhi del mondo son tutti coperti
Dalle auto potenti e signore avvenenti
E tutto tace tutto si sente
Tutto si dice e tutto si smente
Di grida e dolore il mare si arrende
E ritorna l’estate
Ed il falso presente
E tutto tace
Nessuno si sente
Una parte del mare non è più presente
E ritorna l’inverno
E continua il presente
Mentre tutto tace e nessuno fa niente ….
Sulle corde di De Andre'
E se ti dico che mi piace
Vederti scalza sulle nuvole
Mentre sogno e tu dormi accanto a me
Cose che fan bene al cuore ….
Sulle corde dei perché
Resti sempre accanto a me …..
Sfioro appena la tua Pelle
Che il tempo ammorbidisce e scolorisce
Pochi passi al tramonto io e te
Piano piano senza fretta il caffè …
Sulle corde dei poiché
Il passato senza i se
Chr
L’amore intenso di una donna
Mi accorgo sempre che sei forte più di me
Colorando nuove vite dentro se
Sulle corde dei perché
Il mistero dentro se
Grigio il cielo piove piano
Sento fredda la tua mano sulla mia
La ballata dell’amore di De Andre
Gli occhi tuoi la domenica mattina
Sulle corde dei poiché
Resti sempre accanto a me.
Aprile parla dell’inverno dietro se
Ne ricorda pioggia e nuvole
A volte schiara e ci illude col calore
Di una falsa sensazione
Sulle note di De Andre
La tua mano cerca me
C’è da fare,
c’è da crescere e imparare
C’è da correre
C’è da ridere ed urlare
Il 27 arriva sempre puntuale
Come sempre c’è qualcosa da inventare
Sulle corde dei perché
Sulle note di De Andre !!!
L’amore intenso di una donna
Mi accorgo sempre che sei forte più di me
Colorando nuove vite dentro se
Sulle corde dei perché
Il mistero dentro se
Grigio il cielo piove piano
Sento fredda la tua mano sulla mia
La ballata dell’amore di De Andre
Gli occhi tuoi la domenica mattina
Sulle corde dei poiché
Resti sempre accanto a me.
EEA
LA DOLCE SIRENA
CANTAVA D/AMORE
SOTTO UN MARE DI FUOCO
BRUCIATO DAL SOLE
IL MARINAIO IMPAURITO
LA GUARDAVA CONFUSO
LA SUA BOCCA CANTAVA
MENTRE IL SOLE BRUCIAVA
LA SUA DONNA ALLA NAVE
LA GUARDAVA LONTANO
E SPERAVA E PREGAVA
NETTUNO CON LO SCIAMANO
LE DISSE UN GIORNO DI ESTATE
FARO’ RITORNO MIA SPOSA
ERA UNA DOLCE BUGIA
CHE ULISSE SCRISSE AL SUO AMOR
MARE, MARE
CHE VOGLIA DI TORNARE
MARE MARE
COME FARO’ SENZA NAVE
LA MAGA DELLA BELLEZZA
UN ANNO LO UNDUSSE A RESTARE
SULLE COSTE DEL SESSO
SUL QUEL SENO ITALIANO
POI SPEZZATO IL MOMENTO
LA CONSTRINSE A GIURARE
DI DIMENTICARLO E PARTIRE
SENZA MAI PIU RITORNARE
MARE, MARE
CHE VOGLIA DI TORNARE
MARE MARE
HO RITROVATO LA NAVE
MARE MARE
E’ IL VENTO A GUIDARE
MARE MARE
IL MIO AMORE NON PUO’ ASPETTARE
MARE MARE
COM’E BELLO TORNARE
MARE MARE
VORREI FORSE NUOTARE
MARE MARE
C’E’ TANTO DA FARE
MARE MARE
IL MIO AMORE NON PUO’ PIU ASPETTARE
SEGUI IL VENTO BAMBINO
LASCIA DIETRO IL DESTINO
CHI HA PAURA DI ARRIVARE
NON DEVE MAI COMINCIARE
SAGGIO IL VECCHIO AD UN FOSSO
UN PONTE SI PUO CREARE
SULLE SPOGLIE DEL MORTO
NONC’E’ PIU’ NIENTE DA FARE
SOLLE SPOGLIE DEL MORTO
SI DEVE SOLO PREGARE
Il vagabondo
Com'e' bello pensare al mondo
come un'isola deserta
sopra un mare di persone
sotto un cielo senza tempo.
​
Dentro un attimo di pace
sotto un letto di paure
nel sorriso di un bambino
nell'abbraccio di un anziano
​
E suonando il pianoforte
poi mi accorgo di esser stanco
delle cose che conosco
e di quelle che non vanno
​
E poi su
le mani sono Aquile che non sanno volare
guardo quell'altare di ipocriti promesse
e smetto di cantare, e smetto di suonare
​
Ma poi.... scrivo una canzone
son tante le parole,
son poche queste ore,
che dedico all'amore,
che dedico a noi due,
piove ancora sul dolore
mi cancella quel che e' scritto piano in me.
​
Io mi sento un vagabondo
prigioniero di canzoni
sotto un cielo senza tempo,
affannato,improvvisato
con le mani dell'artista
stanche e sporche di colori,
con la mente di un bambino
e il cuore debole
​
​
E poi su
le mani sono Aquile che non sanno volare
guardo quell'altare di ipocriti promesse
e smetto di cantare, e smetto di suonare
​
Ma poi.... scrivo una canzone
son tante le parole,
son poche queste ore,
che dedico all'amore,
che dedico a noi due,
piove ancora sul dolore
mi cancella quel che e' scritto piano in me.
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La canzone dell'albero
Alla finestra le nuvole cupe
Mi strizzavano l’occhio ancora chiuso e dolente
Mi sentivo più stanco pur avendo dormito tanto
Mi sentivo annebbiato dal fumo bollente
L’albero scosso dal vento
Mi diceva ballando
Che più in alto nel cielo
Una soave apparenza
Scandalosa e sincera
Professava l’amore
Di un uccello morente
Luce azzurra schiarisce
Nelle pentole sporche
Della sera passata
tra un po’ di vino e l’orzata
Nella stanza del cuore
Ancora bagnata è la finestra
Di quell’acqua corporea
Condensata e funesta
L’albero scosso dal vento
Mi diceva ballando
Che più in alto nel cielo
Una soave apparenza
Scandalosa e sincera
Professava l’amore
Di un uccello morente
Giustificando parole e persone sapienti
Che prevedono il fato di un fiato mancante
Di Bianco la cera si accende si fianco
Di pianto l’amore si spegne stanco
L’albero scosso dal vento
Mi diceva ballando
Che più in alto nel cielo
Una soave apparenza
Scandalosa e sincera
Professava l’amore
Di un uccello morente
La penna spezza le pagine bianche
Con la punta nera della ragione
La musica allieva e ti distrae
Da quella struggente ammissione
Del credente giusto che piange per cristo
E con lacrime gonfie volta faccia al malvisto
Con il rosario in mano e nell’altra il terrore
Punisce con forza il presunto traditore
Con la ragione del libro e l’ipocridia dell’uomo
Schiaffeggia il suo prossimo sentendosi quello buono
Poi in ginocchio ed affranto cerca il perdono
Alle malfatte commesse di ragioni insolenti
Mentre gira il rosario voltando la faccia
Alla vita beffarda giustificando le menti
L’albero scosso dal vento
Mi diceva ballando
Che più in alto nel cielo
Una soave apparenza
Scandalosa e sincera
Professava l’amore
Di un uccello morente
Via Crucis
Sulla strada storta un uomo solo camminava piano
E con gli occhi stanchi guardava lontano
Tre croci alte sopra il colle e due ladroni
Con sua madre i cavalli ed i centurioni
Per la gente ai fianchi, il suono scuro delle fruste
Si mischiavano alle rosse sanguinanti croste
Dell’uomo curvo sotto il peso del peccato
Sulla scena sporca di quel luogo assediato
Cadono i re e gli uomini piangono
Cade il signore e le donne si affannano
Ed inseguire il perdono del cristo abusato
Dagli stessi uomini che lo avevano seguito
Testa di spine e sudore di sangue
Comparve sul panno, lo vide ed il passante
Comincio a tremare di un dubbio pressante
Che lerrore umano non si cura di niente
Sogno d’amore dopo il martirio
Dell’uomo onesto al suo delirio
Sogna la madre del messaggiero d’amore
Ritorna al mondo come uomo senza dolore
Sogno di vivere
Sogno di volare
La gente vale
quanto un granello nel mare
Passata la notte ciò che resta è il dolore
Della madre affranta e del giovane amico
La pietra pesante che copriva la vita
Alla porta ferma sulla salma finita
L’uomo resta scosso si avvicina all’altare
Cercando parole di conforto all’errore
Che quel che stato non ritorni nel cuore
Di ogni giorno di vita di quel gesto d’amore
Questa storia vive in un libro di sogni
Che riflette il mondo degli uomini degni
Del tempo antico e dei giorni presenti
Nelle coscienze aperte degli uomini attenti
Sulla strada storta un uomo solo camminava piano
E con gli occhi stanchi guardava lontano
Tre croci alte sopra il colle e due ladroni
Con sua madre alle spalle i cavalli ed i centurioni
La raccolta di canzoni -Il Tempo- fa parte del percorso culturale intrapreso nel 2020 in epoca pandemica, la raccolta si ferma su punti fondamentali della cultura popolare, la religione, il sacro popolare, la letteratura, la filosofia.
Ho cercato di spiegare i diversi aspetti della cultura italiana partendo da un analisi antropologica dell'essere parte di questa comunità.
un'analisi che tuttavia rimane aperta in diverse parti, essendo gli argomenti troppo grandi da poterli minimizzare in poche strofe.
-IL TEMPO-
​
l'intera realizzazione dei brani e delle musiche e' stata ideata e prodotta e eseguita nella sua interezza da Gerardo Sierchio.
Tuttavia si ringrazia per la partecipazione:
-
Jeremy Gurchenkov (violin, Sulle note di De Andre').